Migranti: Da Giau (Pd), Lega dopo un anno solo parole d’ordine e nessuna capacità di intervento

Rimpatri, lotta alla radicalizzazione, titoli d’impatto ma nessun svolgimento concreto sul da farsi.

 22.05.19. «Rimpatri, lotta alla radicalizzazione, titoli d’impatto ma nessun svolgimento concreto sul da farsi. Dopo un anno di governo leghista l’assessore Roberti si presenta impreparato alla discussione del “suo” programma immigrazione. Evidentemente tutta la sua creatività, in questo come nel campo delle Uti, si ferma alla distruzione di quanto prima era stato fatto».
A dirlo è la consigliera regionale del Pd, Chiara Da Giau intervenuta oggi in VI commissione, riunita per esprimere il parere sul Programma immigrazione 2019.
«Una valutazione seria delle proposte di un programma dovrebbe quantomeno partire da un quadro chiaro ed esaustivo della situazione e dei problemi che si vogliono affrontare e risolvere. Di fronte alle richieste di dati precisi e aggiornati venute da più consiglieri, l’assessore ha dimostrato di non padroneggiarne nemmeno uno. Del resto non si era nemmeno accorto che non venivano aggiornati i dati sulle presenze regionali da febbraio. Allora non resta che mascherarsi dietro i presunti successi del ministro dell’Interno. Uguale silenzio circa la realizzazione dei Cpr, i contatti avviati coi paesi balcanici per attenuare il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati, i rintracci, i respingimenti».
Al centrosinistra, continua Da Giau, «è toccato gestire una vera emergenza nella passata legislatura sia nazionale che regionale, assorbendo il colpo e mettendo in campo tutte le misure necessarie per arginare le criticità e far scemare quell’emergenza. Oggi la Lega raccoglie i frutti di quell’azione, ma non è in grado di pensare a misure proattive efficaci per la gestione delle 4mila persone che ancora si trovano sul territorio generale e di quelli che continuano ad arrivare dalla rotta balcanica. Una non gestione che cercano di mascherare spostando i richiedenti da un posto all’altro mentre due delle realtà che più hanno sopportato le conseguenze del periodo più difficile, Cavarzerani e Cara di Gradisca, ospitano oggi più profughi di quanti non ne ospitassero un anno fa».
E ancora, aggiunge la consigliera dem, «l’abolizione dell’accoglienza diffusa, dei progetti per far lavorare i profughi e dei servizi educativi, mina profondamente la sicurezza dei cittadini, sottraendo i richiedenti asilo a controllo e aprendo le porte verso delinquenza e spaccio. L’assessore si bea mentre ripete i vuoti mantra leghisti e si stizzisce in modo infantile quando viene messo alle strette sull’inconsistenza della sua azione, incapace di contrattare con Roma una distribuzione inferiore dei richiedenti asilo nazionale in considerazione del fatto che scontiamo l’essere frontiera della rotta balcanica».